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sabato 19 febbraio 2011

Parliamo di Berlusconi: lettera ai suoi sostenitori.

Poche righe per tentare di comprenderci, dialogare, noi elettori di sinistra con voi accaniti sostenitori di Silvio Berlusconi.
Per trovare un punto di incontro, etico ma non ideologico.
Qua le ideologie non c’entrano, perché il premier incarna la concezione di un partito azienda che nulla ha che vedere con le idee politiche.
Partiamo dagli ultimi avvenimenti: non provate un minimo di imbarazzo, voi che per dettami dello stesso Pdl, dovreste essere vicini alle posizioni della chiesa in materia di morale?
Non avvertite lo stesso disgusto che sentimmo noi, nei confronti di Piero Marrazzo quando emerse il cosiddetto caso Brenda?
Fummo i primi ad auspicarne le dimissioni, ma non per ipocrite posizioni da bacchettoni: l’ex governatore della Regione Lazio, ha usato i mezzi istituzionali (auto, scorta), e dunque pagati anche da noi, per una vicenda personale che nulla aveva a che vedere con i compiti da presidente della regione.
In questi casi è sacrosanto che la sfera privata e pubblica si debbano intersecare.
Lo stesso deve valere per Silvio Berlusconi, invischiato in scandali sessuali di ben altra portata, come differente, quanto a peso specifico, è il suo ruolo rispetto a quello di Marrazzo.
Nel privato, quest’ultimo, i conti li avrà fatti in famiglia.
Nel pubblico li ha fatti con noi comuni cittadini.
Ma quando si parla di Berlusconi, nulla vi scalfisce, nulla vi indigna.
Anzi, lo giustificate buttandoci sopra la croce di arretrati e timorati da Dio.
No, le cose non stanno così: noi siamo per la legalità per la meritocrazia, per la dignità.
Non ci importa di cosa un rappresentante politico fa in camera da letto.
La questione è differente se è indagato per concussione e prostituzione minorile.
Se da anni non ha fatto altro che distruggere lo stato amministrandolo come una azienda di famiglia.
Se rifiuta il principio base di ogni democrazia secondo il quale la legge è uguale per tutti.
Non vi sentite mortificati, cari elettori e adulatori di Berlusconi?
Non vi sentite umiliati e presi in giro, voi che gli avete dato uno o più voti di fiducia?
Parliamone…
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lunedì 14 febbraio 2011

Tendere una mano a Ruby? No grazie. E' parte integrante di ciò che di negativo rappresenta Silvio Berlusconi!

Se proprio si deve cercare una nota stonata nelle civili e emozionanti manifestazioni di ieri in difesa della legalità e la dignità delle donne, l' abbiamo trovata: l'invito rivolto a Ruby attraverso una lettera intitolata "Liberiamoci insieme".
E' vero, dobbiamo liberarci presto di ciò che rappresenta Silvio Berlusconi: Ruby ne fa ampiamente parte.
Incomprensibile, dunque, la missiva a lei dedicata da una rappresentante di un movimento studentesco. 
Non sia mai che una parassita quale questa diciottenne venga elevata al rango di icona dell’elettorato di “sinistra”!
Non c’è merito alcuno in una prostituta dall’onorario alto, che coglie il poco edificante attimo facendo comparsate da migliaia di euro nei locali o introitando dalle interviste: è una sgradevole storia di malcostume politico e tale deve restare.
Chi deve pagare paghi, come è giusto che sia e che questa mocciosa continui ad essere considerata per ciò che rappresenta in questa rivoltante vicenda.
Non certamente una eroina.
Né per chi si sente di sinistra né per chi ha un ruolo politico in quell’area di pensiero e valori.
E nella giornata simbolo della meritocrazia, della tutela della meritocrazia, del senso di giustizia, etica, morale, il solo aver nominato quella persona con il proposito di tenderle una mano è stato del tutto fuori luogo.
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martedì 18 gennaio 2011

Ratzy ingerenze!

"Date ai vostri figli i nomi dei santi".
E' l'ultima esternazione di un Joseph Ratzinger sempre più impegnato in una opera di ingerenza che, oramai, spazia a trecentosessanta gradi.
Dalle futilità alle tematiche più delicate.
Ora vorrebbe addirittura elargirci più o meno graditi consigli sul come dovremmo chiamare i nostri bimbi.
Curiosa contraddizione, per colui che portando il nome di battesimo Joseph, impone a tutti di chiamarlo Benedetto.
A questo punto c'è da domandarsi quale sarà il prossimo capitolo di intervento sul quale il Papa si sentirà autorizzato a suggerire le proprie condizioni.
Santo o non santo, crediamo che la scelta di un nome per un figlio sia qualcosa che rientra nella sfera personale e familiare e tale debba rimanere.
Tant'è che ultimamente Ratzinger è un fiume in piena.

Sempre nei giorni scorsi, siamo venuti a conoscenza dell’incompatibilità tra educazione sessuale e libertà religiosa attraverso le parole pronunciate da Ratzinger durante il “Discorso agli eccellentissimi membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede”.
L’ennesima botta di modernità e l’ennesimo anatema che si scaglia contro la corretta informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili.
Una ingerenza nella vita sociale e privata difficile da digerire, perché stavolta non è rivolta ai devoti i quali, in quanto tali, sono liberissimi di seguire o meno i dettami di una istituzione ecclesiastica incosciente: qua si parla delle “scuole di alcuni paesi europei”.

“Proseguendo la mia riflessione non posso passare sotto silenzio un’altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione”.


Queste le testuali frasi di Ratzinger e scusate se ci sfugge il nesso tra educazione sessuale e libertà religiosa.

Il quale recentemente si era già pronunciato in materia, dichiarando di essere stato frainteso: il pontefice non ha mai benedetto l’uso dei profilattici.
Se ne facciano una ragione i ferventi seguaci che già sbavavano all’idea di fare sesso sfrenato senza dover necessariamente pensare alla nascita del sedicesimo figlio!
Ratzinger, in quella occasione, ha voluto chiarire le proprie posizioni attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede.
Congregazione che ha anche fatto riferimento a quanto riportato nell’ultima pubblicazione del papa, intitolata “Luce del mondo”.
Solo in un caso è tollerato il ricorso al contraccettivo: che a indossarlo sia una persona certa di essere affetta da Aids.
Ora il male è anche nel parlarne: solo a Ratzinger è consentito salire in cattedra per auspicare l’ignoranza!